Il linguaggio come nuova frontiera del product design e del design nella sua accezione più ampia.
Abbiamo ormai appreso che, anche grazie a (o per colpa di) sempre più impattanti innovazioni tecnologiche, viviamo un’era veloce in cui siamo la realtà è sempre più interconnessa. Ogni passo della nostra vita è accompagnato da un surplus di informazioni e interazioni che ci consentono relazioni sofisticate e intime con gli elementi che ci circondano. La tecnologia produce oggetti parlanti, oggetti che vedono e sentono, capaci di coinvolgere emotivamente, di approcciarsi con il nostro mondo. In questa particolare relazione umano-sintetica gli oggetti divengono quindi vivi partecipanti della nostra storia.
Utilizzando questa chiave di lettura nasce quel “design relazionale” che abbiamo voluto definire “Design come Cosmo”. Non è più solo la forma a guidarci e informarci sulla natura dell’oggetto, bensì anche la sua capacità di esprimere un suo personale linguaggio. La ricerca alla base del design relazionale si declina in un linguaggio che definisce la forma del prodotto, lo spazio in cui opera, la sua capacità di relazione con l’uomo. In un mondo sempre più piccolo e complesso, è questa capacità di “dialogo” del design che rende gli oggetti vicini più prossimi al nostro sentire.
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